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Retribuzione professionale docenti Riconosciuti 1000 euro a Livorno

Con la sentenza relativa al procedimento RG 1463/25, il Tribunale di Livorno ha riconosciuto a una docente con incarico a termine il diritto a ricevere la Retribuzione Professionale Docente (RPD), condannando il Ministero dell’Istruzione al pagamento di circa 1.000 euro a titolo di compenso accessorio non corrisposto per ogni anno di servizio prestato. La decisione si inserisce in un filone giurisprudenziale ormai consolidato, sostenuto anche dalla Corte di Cassazione, che da tempo ribadisce l’illegittimità della disparità di trattamento tra docenti di ruolo e supplenti brevi.
Cosa prevede la normativa?
La RPD è una voce retributiva accessoria riconosciuta ai docenti assunti a tempo indeterminato o con incarico annuale (fino al 30 giugno o 31 agosto). Tuttavia, questa non viene corrisposta ai supplenti brevi e saltuari, nonostante il loro lavoro sia di fatto identico a quello dei colleghi di ruolo.
La decisione del Tribunale di Livorno
Il giudice livornese ha ritenuto illegittima tale esclusione, fondando la decisione sul principio di non discriminazione sancito dalla Direttiva 1999/70/CE e recepito nell’ordinamento italiano. Secondo la sentenza, non sussistono ragioni oggettive per negare ai docenti a tempo determinato la medesima retribuzione prevista per i colleghi di ruolo, almeno per quanto riguarda gli elementi fissi e ricorrenti della busta paga.
L’intervento della Corte di Cassazione
Il Tribunale ha richiamato le sentenze della Corte di Cassazione, che già in passato hanno affermato l’obbligo di estendere il pagamento della RPD anche ai docenti precari. In particolare, la Suprema Corte ha chiarito che tale indennità ha natura fissa e continuativa e, in quanto tale, deve essere riconosciuta a prescindere dalla durata del contratto.
Tra i passaggi più significativi della giurisprudenza della Cassazione:
- La RPD non è legata a una diversa intensità lavorativa o a mansioni particolari, ma costituisce una componente strutturale della retribuzione del docente.
- La discriminazione operata a danno dei supplenti brevi è in contrasto con il diritto europeo, e in particolare con l'accordo quadro allegato alla Direttiva 1999/70/CE.
Verso una giustizia retributiva nella scuola
La sentenza del Tribunale di Livorno rappresenta un ulteriore tassello nella battaglia per l’equità salariale nella scuola pubblica italiana. Sono ormai decine i tribunali italiani che hanno sposato la linea del riconoscimento pieno della retribuzione professionale anche ai precari.
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