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IL NUOVO SISTEMA PENSIONISTICO ITALIANO
Non è giunto alcun correttivo alla riforma Fornero e la flessibilità in uscita rimane una chimera: si dovrà lavorare per un periodo di tempo ancora più lungo, rappresentato da 4 mesi in più, a causa di un adeguamento dell'indice dell'aspettativa di vita. Dal 2019, inoltre, sarà previsto un ulteriore scatto che attualmente, secondo lo scenario demografico dell'Istat, sarà di nuovo pari a 4 o 5 mesi.
Non va meglio per la pensione di vecchiaia: gli uomini, dipendenti o lavoratori autonomi, dovranno raggiungere i 66 anni e 7 mesi di età. Il nuovo anno per i pensionati italiani sarà una vera e propria strada ad ostacoli.
Il 2016 avrebbe dovuto porre la parola fine alla serie di incertezze che caratterizzano il sistema pensionistico italiano. Per le ragioni che analizzeremo nel corso dell’articolo, l’obiettivo del conseguimento di una maggiore chiarezza risulta ancora ben distante dall’essere conseguito.
La prima di queste è rappresentata dall’anticipo al 2016 dell’innalzamento a 8mila euro della no TAX area per gli over 75, vale a dire la soglia di reddito entro la quale non verrà corrisposto il pagamento dell’Irpef, della proroga (previa disponibilità delle risorse) dell’opzione donna che consente alle lavoratrici il collocamento a riposo con 35 anni di contributi e 57 anni di età (58 per le libere professioniste) optando per il calcolo del trattamento pensionistico in modo totalmente contributivo.
In ordine alla rivalutazione delle pensioni dell’anno prossimo, si faranno ancora sentire gli effetti della sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato il blocco triennale introdotto nel 2012-2013 per gli assegni superiori a tre volte il minimo.
La novità principale risulta essere rappresentata dalla flessibilità in uscita; infatti dal prossimo anno si dovrà lavorare per un periodo di tempo più lungo, nella realtà rappresentato da ben 4 mesi in più, causa adeguamento dell’indice dell'aspettativa di vita. Ma le prospettive non sono migliori se è dato certo che dal 2019 sarà previsto un ulteriore scatto che attualmente, secondo lo scenario demografico dell'Istat, sarà di nuovo pari a 4 o 5 mesi.
Riportiamo sinteticamente le attuali regole valide per il conseguimento del tanto atteso trattamento pensionistico.
P. Anticipata. Attualmente, i requisiti contributivi per il conseguimento del diritto alla pensione anticipata salgono a 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e a 41 anni e 10 mesi di contributi per donne pari. Importante risulta sottolineare che viene sospeso sino al 2017 il sistema delle penalizzazioni (legge 190/2014) per coloro che indipendentemente dall'età anagrafica raggiungono tale requisito.