NOTIZIE - PERSONALE SCUOLA DOCENTI E ATA
Italia deferita alla Corte di Giustizia: Accolte le tesi Asset Quali sono le pratiche ancora in sospeso
La Commissione Ue deferisce l'Italia alla Corte di giustizia Ue per non aver posto fine all'uso abusivo di contratti a tempo determinato e a condizioni di lavoro discriminatorie per i docenti precari. La Commissione, in particolare, constata che la normativa italiana che determina la retribuzione degli insegnanti a tempo determinato nelle scuole pubbliche non prevede una progressione retributiva incrementale basata sui periodi di servizio precedenti, cosa che "costituisce una discriminazione rispetto ai docenti assunti a tempo indeterminato, che hanno diritto a tale progressione retributiva". Inoltre, contrariamente al diritto comunitario, l’Italia non ha adottato misure efficaci per prevenire l’utilizzo abusivo di successivi contratti di lavoro a tempo determinato del personale scolastico.
Le pratiche per le quali ci stiamo battendo:
- Scarsa Trasparenza sui Percorsi Abilitanti e Convocazioni Docenti: Una delle principali accuse mosse al Ministero riguarda la mancanza di chiarezza sui percorsi abilitanti per i docenti. I percorsi formativi che dovrebbero consentire agli insegnanti di acquisire l'abilitazione all'insegnamento sono percepiti come poco chiari e confusi. Le modalità di convocazione dei docenti, inoltre, appaiono spesso opache, con scavalcamenti e irregolarità nelle graduatorie che generano un senso di ingiustizia tra gli aspiranti.
- Concorsi Docenti Non Abilitanti e Mancanza di Graduatorie di Merito: Un altro nodo critico è rappresentato dai concorsi per docenti, che vengono banditi senza prevedere l'abilitazione all'insegnamento e senza una chiara definizione delle graduatorie di merito. Questo rende difficile la pianificazione di una carriera stabile per i docenti e alimenta incertezze e frustrazioni tra chi aspira a una posizione di ruolo.
- Titoli Obbligatori per Personale ATA: Trasparenza Assente e Dubbi di Legittimità: Anche il personale ATA lamenta una gestione poco chiara e spesso illegittima del titolo di alfabetizzazione digitale. Le regole sul titolo di accesso di alfabetizzazione digitale appaiono poco trasparenti e l’assenza di chiarezza sulle modalità di valutazione dei requisiti ha portato a ricorsi e proteste diffuse. Questo ha alimentato un clima di sfiducia diffusa verso l’amministrazione scolastica che non farà altro che accrescere nei prossimi mesi.
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