NOTIZIE - PERSONALE SCUOLA DOCENTI E ATA
Supervalutazione servizio militare e civile Il consiglio di stato ribadisce il Sì
La questione della supervalutazione del servizio militare e civile è da tempo oggetto di dibattito e contenzioso in ambito amministrativo. Recentemente, il Consiglio di Stato ha ribadito con chiarezza il principio favorevole alla supervalutazione, confermando il diritto dei lavoratori che hanno prestato servizio militare o civile obbligatorio a ottenere benefici in termini di punteggio. Tale decisione ha un impatto particolarmente rilevante nel mondo della scuola, con un riconoscimento specifico di 6 punti per il personale ATA e 12 punti per i docenti nelle graduatorie.
La supervalutazione si riferisce alla possibilità di conteggiare, ai fini previdenziali e professionali, un periodo di servizio militare o civile con un coefficiente maggiorativo rispetto alla sua reale durata. Questo beneficio, previsto per determinate categorie di lavoratori pubblici e privati, è stato introdotto per riconoscere l'importanza del servizio prestato per lo Stato, spesso in periodi cruciali per la difesa nazionale o per finalità di utilità sociale.
Il Consiglio di Stato, con la recente sentenza di giorno 16 dicembre 2024 ha chiarito un aspetto fondamentale: la supervalutazione del servizio militare e civile è un diritto acquisito e non può essere negata in alcun modo dalle amministrazioni scolastiche.
I punti principali della sentenza:
- Obbligatorietà del riconoscimento:
- La sentenza ribadisce che il servizio militare o civile obbligatorio deve essere riconosciuto come valore aggiuntivo ai fini contributivi e professionali, senza discrezionalità da parte degli enti.
- Punteggio nelle graduatorie scolastiche:
- 6 punti per il personale ATA (Collaboratori Scolastici, Assistenti Tecnici e Amministrativi).
- 12 punti per i docenti inseriti nelle graduatorie di istituto e nelle GPS (Graduatorie Provinciali per le Supplenze).
- Tutela dei diritti acquisiti:
- La sentenza valorizza il principio del diritto acquisito, stabilendo che eventuali dinieghi da parte delle amministrazioni devono essere considerati illegittimi.
- Applicazione retroattiva:
- Il riconoscimento vale anche per coloro che hanno svolto il servizio militare o civile in anni passati e non hanno ancora ricevuto il beneficio previsto.
- Valore sociale del servizio obbligatorio:
- La decisione si basa anche sul riconoscimento dell’importanza sociale e civile del servizio obbligatorio prestato per la comunità.
- Implicazioni economiche:
- La sentenza ha effetti diretti sia per il riconoscimento ai fini del punteggio professionale che ai fini previdenziali.
Personale ATA
- Il riconoscimento del servizio militare o civile porta all’attribuzione di 6 punti nelle graduatorie di terza fascia per il personale ATA.
- Tale punteggio può risultare determinante per migliorare la propria posizione nelle graduatorie e ottenere supplenze o incarichi a tempo determinato.
Docenti
- Per i docenti, il servizio militare o civile obbligatorio è valorizzato con 12 punti nelle GPS e nelle graduatorie di istituto.
- Il punteggio aggiuntivo può favorire l’assegnazione di supplenze annuali o l’ottenimento di incarichi a tempo indeterminato, rappresentando un vantaggio competitivo significativo.
La recente pronuncia del Consiglio di Stato riafferma con forza il diritto alla supervalutazione del servizio militare e civile, con effetti tangibili per il personale scolastico. L’attribuzione di 6 punti per il personale ATA e 12 punti per i docenti nelle graduatorie rappresenta un riconoscimento significativo del valore sociale e professionale del servizio obbligatorio. Tale decisione non solo tutela i diritti acquisiti dei lavoratori, ma contribuisce a valorizzare l’impegno civico e collettivo di coloro che hanno svolto un servizio essenziale per la comunità.
A seguito della decisione del Consiglio di Stato la Direzione Nazionale del Sindacato Asset Scuola ha deciso di aprire i termini di adesione al ricorso per la supervalutazione del servizio militare e civile. La decisione è scaturita dal fatto che si è creata una profonda discriminazione (ex art.3 della Carta Costituzionale) tra coloro che hanno già ottenuto il riconoscimento e coloro che non lo hanno ancora ottenuto.
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