NOTIZIE - PERSONALE SCUOLA DOCENTI E ATA
Confermati i tagli di organico per Docenti e Ata Al via le proteste “Giù le mani dalla scuola”

Il Ministero dell’Istruzione ha confermato ufficialmente i tagli agli organici per l’anno scolastico 2025/2026. La misura, annunciata da tempo, prevede una riduzione complessiva di 6.000 posti di lavoro, di cui circa 4.000 tra i docenti e 2.000 tra il personale ATA. Un taglio che colpisce in modo trasversale scuole di ogni ordine e grado, con conseguenze che rischiano di compromettere la qualità dell’istruzione pubblica.
Tuttavia, il mondo della scuola sottolinea che una riduzione della popolazione scolastica non dovrebbe tradursi in meno risorse, ma in un'opportunità per migliorare la didattica, ridurre il numero di alunni per classe e garantire una maggiore inclusione.
Le reazioni non si sono fatte attendere. In numerose città italiane si stanno organizzando presidi, assemblee e manifestazioni promosse da gruppi di docenti, personale ATA, studenti e genitori.
Lo slogan scelto è chiaro: “Giù le mani dalla scuola”, un grido che esprime indignazione e preoccupazione per un sistema che da anni si regge sul sacrificio e l’impegno di chi lavora ogni giorno tra le aule e i corridoi.
Tra le ricadute più temute vi sono:
- Aumento del numero di alunni per classe, con il rischio di superare i 27-30 studenti, anche in presenza di casi con disabilità;
- Riduzione del tempo scuola, in particolare nel tempo pieno, per mancanza di organico sufficiente;
- Sovraccarico di lavoro per il personale ATA, che dovrà garantire sicurezza, sorveglianza e pulizia con organici ridotti al minimo.
Anche i dirigenti scolastici esprimono forte preoccupazione: “Così sarà impossibile garantire la qualità dell’offerta formativa. I tagli non rispondono alla realtà delle scuole, spesso già in difficoltà per mancanza di risorse, spazi e personale.”
Il taglio agli organici viene letto da molti come un segnale politico preoccupante: invece di investire in scuola, si continua a ridurre, a risparmiare sulla formazione, sulla sicurezza e sul futuro dei giovani.
Il mondo dell’istruzione lancia un appello: servono investimenti, non tagli. Serve una visione, non numeri. Serve rispetto per la scuola.
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